Parità di genere ed esonero contributivo.

Con l’avvento del PNRR e della legge sulla parità salariale ad integrazione del Codice delle pari opportunità, i datori di lavoro che si uniformeranno ai valori di uguaglianza uomo-donna potranno conseguire la certificazione di parità di genere che a sua volta genererà il diritto ad un esonero contributivo.

La certificazione sarà riconosciuta ai datori di lavoro che avranno realizzato misure effettive per diminuire il divario tra uomini e donne circa le possibilità di crescita professionale sul luogo di lavoro, la parità di retribuzione, la tutela della maternità ed il cd. welfare.

L’iter di certificazione è consultabile ed accreditabile attraverso il portale per la certificazione di genere, raggiungibile sul web al seguente indirizzo Certificazione della parità di genere (pariopportunita.gov.it)

Il portale consente a cittadini e aziende di consultare l’elenco degli enti certificatori e la lista aggiornata delle aziende italiane che hanno già ottenuto la certificazione della parità di genere. Il conseguimento della certificazione della parità di genere non è obbligatorio, ma permette di sfruttare incentivi e premi, ed in particolare l’esonero dei contributi che il datore versa a favore dei lavoratori, su cui ha dato istruzioni l’Inps con il messaggio del 27 dicembre 2022 consultabile al seguente indirizzo web INPS – Circolare numero 137 del 27-12-2022. La certificazione per la parità di genere ha validità triennale ed è soggetta a monitoraggio annuale.

I datori di lavoro che abbiano conseguito questa certificazione, che attesta l’adozione di politiche e misure concrete per le pari opportunità e diritti uomo-donna, possono avvalersi così dell’esonero contributivo dell’1% sul totale dei contributi previdenziali dovuti dal datore (esclusi premi e contributi INAIL), nel limite massimo di 50.000,00 euro all’anno. Lo sgravio vale per il periodo di validità della predetta certificazione, in riferimento al personale impiegato in azienda.

Possono accedere allo sgravio contributivo tutti i datori di lavoro privati, anche non imprenditori, sono tuttavia escluse invece le Pubbliche Amministrazioni.

Oltre al rilascio della certificazione citata, l’accesso all’esonero contributivo è subordinato:

  • al possesso del DURC (Documento Unico di Regolarità Contributiva);
  • l’assenza di provvedimenti di sospensione dei benefici contributivi adottati dall’Ispettorato nazionale del lavoro;
  • al rispetto degli accordi e contratti collettivi.

La misura legislativa riflette pertanto l’evidente scopo di premiare i datori di lavoro “virtuosi”, che adottano misure idonee a conseguire la parità di genere sui luoghi di lavoro.

di Enrico Maria Iossa ( avvocato )